MANZONI E IL NOIR. IL CASO MARIANNA DE LEYVA.
STORIE, CRONACHE E INDAGINI TRA DELITTO E PECCATO.
Una giornata di incontri realizzata in collaborazione con Casa del Manzoni e Centro Nazionale Studi Manzoniani di Milano
SABATO 2 DICEMBRE, dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 17:00 presso la Casa del Manzoni a Milano si svolgerà l’incontro, ideato e coordinato da Cinzia Masòtina e Marina Fabbri, dedicato agli aspetti noir del capolavoro manzoniano con una particolare attenzione al personaggio di suor Gertrude, universalmente nota come la Monaca di Monza.
“Come i migliori autori di Noir”, dice lo studioso Mauro Novelli, Presidente di Casa Manzoni e relatore al Convegno, “Manzoni mette al centro della sua riflessione la presenza del male, in un mondo in cui i poteri pubblici – crudeli, latitanti o corrotti – lasciano i più deboli in balia dei soprusi. I promessi sposi testimoniano la scelta di reagire all’oppressione, ma senza ricorrere alla violenza. Niente di più attuale”.
Come le vicende della Storia della Colonna Infame e di Giangiacomo Mora discendono dalla cronaca del XVII secolo, il ricco e articolato episodio de la Monaca di Monza è ispirato a Suor Virgina Maria al secolo Marianna De Leyva, nata a Milano a Palazzo Marino sul finire del 1575, alla sua monacatura forzata a 13 anni per volere del padre e al successivo processo, tortura e condanna ad essere “murata viva” per 13 anni nel Convento di Santa Valeria, alla stregua di criminali e prostitute. L’intera vicenda è marcata dalla violenza patriarcale, dalla depravazione morale di un certo esercizio del potere, dall’omicidio, dalla menzogna e dall’ipocrisia di un secolo dominato dall’oscurantismo religioso. Ma se la Storia della Colonna Infame ha trovato e trova ormai una collocazione “storica”, una cristallizzazione veritiera ed una assoluzione nella contemporaneità, ecco che la storia di Marianna De Leyva, peccatrice non colpevole di delitto, ha subito e ancora subisce una cancellazione o la sua declinazione a vicenda “piccante e scabrosa”, legata alla depravazione e alla inclinazione personale. Un personaggio femminile cancellato che, come avverte la studiosa Daniela Brogi, anch’essa presente al Convegno: “a distanza di cinque secoli dalla vicenda storica e a duecento anni dall’invenzione di Manzoni, continua a impressionarci e catturarci perché è protagonista tenebrosa di un’infanzia negata e per questo, paradossalmente, destinata a ripetersi all’infinito”.
Del caso della Monaca di Monza e del rapporto tra scrittura di genere noir, romanzo giallo storico e l’opera di Manzoni, ci parleranno i già citati Mauro Novelli (Università Statale di Milano, Daniela Brogi (Università di Siena), e gli scrittori Luca Crovi, Giancarlo De Cataldo, Ben Pastor, e Marcello Simoni, con un ospite d’eccezione per il cinema, il regista Marco Bellocchio, di cui Noir in festival presenta il film Sangue del mio sangue (2 dicembre, ore 16:30 Cinema Arlecchino), che affronta un episodio analogo a quello descritto dal Manzoni nel suo capolavoro, avvenuto nel ‘600 nella sua Bobbio.
Tutti dettagli sul programma dell’incontro e della proiezione su www.noirfest.com